Sono più istintivi e pronti a dichiarare i loro sentimenti, mentre le donne li ponderano più a lungo. Ma esistono un momento e un modo giusti di dire le “due paroline magiche” al partner? Ecco qualche consiglio utile
E un momento chiave della vita: quello in cui si manifestano i propri sentimenti alla persona che si ama.
Dire all’altro “ti amo” significa infatti ufficializzare il legame affettivo e dare inizio a una storia. La dichiarazione d’amore è un momento ufficiale sotto due aspetti: rende il legame esclusivo, decretando la nascita della coppia, e pone l’impegno di una relazione. Dire “ti amo” non è solo un momento; è il preludio a una storia, è un piano di vita.
Il momento giusto
Gli errori più comuni sono, da una parte, farsi prendere dall’emotività dei primi incontri o scambiare per amore l’attrazione sessuale; dall’altra, attendere troppo a lungo rischiando di perdere la persona amata. Madeleine Mason Roantree, psicologa britannica della coppia e membro della British Psychological Society, raccomanda di attendere fino ad aver acquisito una buona conoscenza dell’altro, intesa come storia di vita, esperienze passate, famiglia e amicizie. È anche importante aver fatto qualcosa di significativo insieme. Sconsiglia invece di dichiararsi ai primi incontri per evitare la trappola della “cotta”.
Ma e anche il contrario. “Ti amo” va detto quando ci si sente, senza timori o strategie di sorta. Non si tratta di un investimento da far precedere da una serie di valutazioni sui pro e i contro, bensì dell’espressione immediata di qualcosa che sentiamo dentro di noi e che non desideriamo congelare. Le valutazioni non devono essere incentrate sull’altro, ma su noi stessi e su ciò che proviamo. Se ci sentiamo innamorati, dobbiamo osare e metterci in gioco senza paura né vergogna. Mettere in atto troppe strategie significa rendere l’amore cervellotico, e facendolo passare dalla pancia alla testa, quando l’amore è una delle poche cose che non devono passare per la testa, ma semplicemente da pancia a pancia.
Rispecchiamento
Spesso, per capire se si è corrisposti, si tenta di leggere i segnali nascosti negli atteggiamenti e nella gestualità dell’altro. Non esistono segnali precisi, ma solo sfumature. Il concetto è che quando uno dei due percepisce delle emozioni, l’altro ha già emesso dei segnali, primo fra tutti l’ascolto empatico. A livello di neurofisiologia, un indizio può essere la dilatazione pupillare, che indica la corrispondenza dei reciproci interessi (intesi non solo come sesso, ma anche e soprattutto come amore). Da notare, poi, che gli atteggiamenti dei corpi coincidono, fenomeno che in termini neuroscientifici si definisce rispecchiamento. Infatti, guardando una coppia in sintonia, per esempio attraverso la vetrina di un bar, si possono notare nei due gli stessi atteggiamenti: una mano verso l’altra, un corpo verso l’altro, gli sguardi che si incontrano, le teste inclinate dallo stesso lato. Tale rispecchiamento indica la perfetta sintonia tra l’uno e l’altro in direzione dell’amore, in quanto il solo interesse sessuale non comporta la sintonizzazione automatica dei movimenti.
Il rispecchiamento è un fenomeno innato in virtù del quale si tende ad assumere la posizione dell’altro. Ecco perché, spesso, gli osservatori esterni si accorgono se due sono innamorati. Più che di sintonia di gesti si parla di sintonia di atteggiamenti. Il comportamento non verbale, dato dai movimenti del corpo e dalle espressioni, costituisce circa il 93 per cento della comunicazione. Per questo, chi dice “ti amo” fingendo è spesso smascherato dall’atteggiamento del corpo.
Differenze uomo-donna
Secondo uno studio condotto presso la Pennsylvania State University di Harrisburg (USA) su 172 studenti universitari del Borough of Manhattan Community College, pubblicato sul Journal of Social Psychology, gli uomini si innamorano e si dichiarano prima delle donne, più caute e prudenti. Secondo Ingrid Collins, fondatrice del Soul Therapy Centre di Londra, il motivo è da ricondurre al ruolo del maschio nel mondo animale, che lo vede come un cacciatore pronto a reagire agli stimoli immediati.
Per contro, la femmina soppesa più a lungo la scelta del compagno con cui crescere la prole, progetto a lungo termine che richiede tempo e conferme. Secondo un’altra teoria molto accreditata, la ragione è che i maschi crescono con l’insegnamento a essere dominanti. Più che dominanti direi impulsivi, laddove l’impulsività prevede poco il ragionamento e molto l’istinto. Più istintivo, l’uomo si dichiara più facilmente perché rispetto alla donna possiede un modello di codifica dei sentimenti meno raffinato; così, provandone alcuni, è portato a scambiarli per amore e a sentirsi sinceramente pronto a dichiararsi.
Le ferite del passato
Che cosa accade se nel momento magico si riceve un no? Non si è sbagliato momento, si è sbagliata persona; oppure si è sbagliato a captare i segnali. Siamo nati per acquisire dall’esperienza. Immagazziniamo tutte le esperienze, anche quelle negative, che seppur traumatizzanti, rispetto a quelle positive hanno un peso di autoconservazione più alto. Racchiudono cioè l’imprinting a non ripetere gli errori per non stare male. La chiave quindi è far tesoro delle esperienze, tenerle in considerazione ma non farsi condizionare dai fallimenti, aprendosi sempre a un nuovo inizio.
Si dichiarano prima gli uomini?
Rispetto agli anni Cinquanta-Sessanta dello scorso secolo, l’emancipazione della donna e la parità fra i sessi hanno fatto sì che la dichiarazione d’amore non sia più appannaggio esclusivo dell’uomo; ora anche la donna può fare il primo passo, esternare il suo amore e chiedere sesso. Le parole chiave del cambiamento sono finta morale, costume e giudizio. Un aspetto fondamentale è il discorso del rigetto: un tempo l’uomo poteva ricevere più no, mentre una donna respinta aveva quasi perso la verginità. Oggi, se la donna si dichiara e riceve un no non succede nulla.
Non ripetiamolo troppo spesso
Ripetere troppo spesso “ti amo” denota una doppia insicurezza. Si desidera che l’altro risponda continuamente “anch’io”, quindi si è insicuri di lui/lei. Si è anche insicuri di se stessi perché si teme di non essere abbastanza convincenti. Meglio piuttosto ricorrere a piccoli gesti come una gita insieme, un’uscita in pizzeria, un regalo ecc., che dimostrino l’interesse per il partner evitando l’appiattirsi del rapporto di coppia.
Dirlo a voce di persona è sempre meglio
Dichiarazione a voce, per iscritto, in pubblico, sui social, con un tatuaggio o scrivendo sui muri: la fantasia degli innamorati non ha limiti. Lo stile è personale e la dichiarazione va fatta in base alla propria personalità. Non c’è modo più efficace che essere sinceri, però, la dichiarazione a voce resta la più efficace poiché racchiude aspetti verbali e non verbali. Ma sono in crescita le dichiarazioni sui social. Vanno bene purché rispecchino ciò che siamo. Tuttavia, verbalmente si esprimono meglio i propri sentimenti e, inoltre, si capta immediatamente de visu la reazione dell’altro.
Una proposta di matrimonio in diretta TV
Durante un collegamento per i sorteggi della Champions League 2013, fra il divertimento dei presenti in studio, la giornalista televisiva Anna Billò, attuale conduttrice della trasmissione calcistica Champions League Show (Sky), ha ricevuto una proposta di matrimonio in diretta TV dall’allora dirigente del Milan Leonardo Nascimento de Araújo, ex direttore sportivo del Paris Saint-Germain, divenuto poi suo marito.
Come dire “ti amo” con una canzone
Ci si può benisssimo dichiarare con la musica, cioè scegliendo la canzone più adatta. Statisticamente, nelle dichiarazioni d’amore la musica occupa il secondo posto dopo la comunicazione verbale. Dai classici al rap, dal romantico all’osé, ecco 10 titoli per dirsi “ti amo”:
- Come nelle favole – Vasco Rossi
- L’emozione non ha voce – Adriano Celentano
- Ti amo ti amo – Alexia
- Sei nell’anima – Gianna Nannini
- Stand By Me – Ben E. King
- Always – Bon Jovi
- Ti amo – Umberto Tozzi
- Il mondo insieme a te – Max Pezzali/883
- Grande, grande, grande – Mina
- Moi Non Plus – Jane Birkin e Serge Gainsbourg