Siamo davvero soli nell’universo o ci sono mondi nel cosmo potenzialmente abitati? La scienza ufficiale vacilla tra curiosità e paura: lanciare segnali più forti della nostra presenza sulla Terra potrebbe innescare contatti con creature affascinanti o terribili. Che fare?
Il cielo tace: nessun segnale proveniente dalle stelle indica finora che gli esseri umani abbiano compagnia nell’universo. E questo silenzio ha indotto alcuni esponenti del mondo scientifico a suggerire di assumere un ruolo più attivo nell’inviare noi stessi dei messaggi nel cosmo. Tuttavia, questa iniziativa pone un interrogativo: se davvero gli alieni esistono, saranno buoni o cattivi? Un dibattito in proposito è emerso durante l’ultimo incontro annuale dell’American Association for the Advancement of Science, dove fra gli scienziati partecipanti si è accesa una viva disputa sui pro e i contro della faccenda. Nell’ambito del Seti, il programma dedicato alla ricerca della vita intelligente, si è schierato a favore Douglas Vakoch, psicologo e direttore dell’unità dedicata alla composizione di messaggi interstellari. «Per integrare il Seti, che si occupa soprattutto dell’ascolto attraverso i grandi radiotelescopi», sostiene Vakoch, «dobbiamo lanciare il Meti, ovvero il Messaging to Extra-Terrestrial Intelligence. Ed elaborare qualche nuovo tipo di segnale che parli di noi». «È una vera follia», ha replicato l’astrofisico David Brin. «Attirare l’attenzione di una civiltà avanzata sconosciuta può portare a risultati potenzialmente disastrosi. Se lassù c’è anche un solo predatore è meglio restare nascosti».
Predatori in agguato
Brin sembra sposare la tesi del più popolare scrittore cinese di fantascienza Liu Cixin, che ha dedicato il suo ultimo romanzo a quella che definisce “la foresta buia”. «L’universo», scrive, «è una foresta buia, ogni civiltà è come un cacciatore armato che si muove di soppiatto come uno spettro. Bisogna fare molta attenzione e restare in silenzio, perché là fuori ci sono innumerevoli altri cacciatori. Se un cacciatore ne scopre un altro, non importa se questo sia un angelo o un demonio, un vecchio o un bambino in fasce, una dea bellissima o un santo illuminato, l’unica cosa che può fare è eliminarlo. Chiunque riveli la propria posizione sarà prima o poi spazzato via dall’universo». Anche il celebre astrofisico britannico Stephen Hawking si è detto convinto che gli extraterrestri esistano, ma che invece di cercarli l’umanità dovrebbe fare di tutto per evitare un qualsiasi tipo di contatto. «Se mai ci visitassero specie più evolute provenienti da altri mondi», sostiene, «potremmo essere contagiati da virus contro i quali non possediamo gli anticorpi e la situazione che si creerebbe sarebbe molto simile a quella che si verificò dopo l’arrivo di Colombo per i nativi americani: gli alieni razzierebbero la Terra per attingere alle sue risorse e per poi andarsene, dopo averla definitivamente sfruttata».
Potrebbero amare l’arte
Se esistono delle civiltà aliene, probabilmente sono costituite in gran parte da artisti. È la curiosa opinione di David Grinspoon, ricercatore di astrobiologia della Library of Congress. «La bellezza», dice Grinspoon, «non esiste solo sulla Terra ma anche altrove, in posti in cui gli umani non sono mai andati. Io credo che anche gli extraterrestri siano sensibili e ne apprezzino le forme. E se l’arte fosse una reazione all’essere consci abitatori dell’universo? Le immagini riprese dai telescopi e dalle sonde ci hanno mostrato tutto lo splendore delle mostruose tempeste di Giove, dei lucenti anelli di Saturno e delle spirali ricche di stelle delle galassie: se ne siamo rimasti incantati noi, perché non dovrebbe essere lo stesso per gli abitanti di altri pianeti? E dunque mi chiedo: esisteranno per loro la pittura, la scultura, la musica o la loro arte avrà trovato forme d’espressione a noi sconosciute?». Per questo Grinspoon, affiancato da Ka Chan Yu, curatore presso il Museum of Nature and Science di Denver, ha deciso di fondare la House Band of the Universe, immaginando che la musica aliena possa essere un mix di funky e jazz. Il primo concerto presentato a Washington ha avuto un certo successo, ma ha fatto storcere il naso ai fan di Star Trek.
Prepariamoci alla scoperta
Lo scorso settembre la Nasa e la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti hanno riunito astronomi, fisici, storici, filosofi e teologi per un simposio dal titolo Preparing for discovery, prepararsi alla scoperta. Obiettivo, trovare un approccio razionale a quello che sarà l’impatto per l’umanità quando arriverà la notizia della scoperta di vita extraterrestre, in forma batterica oppure intelligente. A rendere così sicuri gli scienziati che sia ormai partito il conto alla rovescia, sono i numeri impressionanti relativi alle stelle dotate di sistemi planetari simili al nostro. Anche se nessuno sa con esattezza quante copie della Terra, dotate delle medesime caratteristiche adatte alla vita, esistano realmente, i potenziali mondi abitati potrebbero essere innumerevoli. Tra gli esperti del simposio c’era anche l’astronomo del Papa, Padre Guy Consolmagno, noto per le sue affermazioni sulla possibilità di catechizzare anche gli alieni. «Se la vita aliena esiste», ha detto, «renderebbe la comprensione della mia religione più profonda e ricca in un modo che ancora non so neppure immaginare. La scoperta che siamo circondati da altre forme di vita non scatenerebbe il panico, ma sarebbe esaltante».
Un alieno in onda al tg inglese
Nel tardo pomeriggio del 26 novembre 1977, durante la messa in onda del notiziario dell’emittente inglese England Southern Television, un segnale pirata di provenienza sconosciuta si inserì nella trasmissione ufficiale. Mentre la voce del telecronista si faceva più debole e disturbata vi si sovrappose quella più cupa di un essere che diceva di chiamarsi Vrillon, rappresentante del Comando Galattico di Ashtar. Il messaggio, in lingua inglese e della durata di quasi 6 minuti, era formato da 600 parole che invitavano alla pace tra i popoli, a cambiare mentalità e a stare in guardia contro i poteri oscuri che cercano di “succhiare” l’energia dell’umanità. Più tardi, in serata, la Southern Television si scusò con il pubblico per quella che descriveva come “un’imprevista interruzione audio”. La settimana successiva l’Independent Broadcasting Authority si limitò a dichiarare che si era trattato di una bufala, senza tuttavia spiegare da parte di chi e con quali mezzi tecnici. Solo nel 2003, dopo 26 anni di indagini, le autorità militari del Regno confermarono che si era trattato di uno scherzo e che il responsabile era un tale di nome Robert Delora. Non avendo però fornito alcuna prova a sostegno della loro affermazione è lecito ritenere che in realtà l’identità dell’autore dello scherzo non sia mai stata scoperta.
C’è anche chi li immagina grossi come orsi bianchi
Il cosmologo Fergus Simpson dell’Università di Barcellona ha calcolato che una creatura extraterrestre intelligente dovrebbe pesare intorno ai 300 chili, quasi quanto un orso bianco. Gli animali più grandi vivono più a lungo e perciò avrebbero anche migliori possibilità di sviluppare il tipo di tecnologia necessaria per entrare in contatto con l’umanità. Questa teoria non tiene però conto del fatto che la regola non è sempre rispettata: gli esseri umani sono meno grossi, ma più intelligenti di un orso bianco.