Sono 50 i paesi non riconosciuti dalle Nazioni Unite. Non appaiono nemmeno sulle carte geografiche, ma hanno una storia e anche chi ci abita
Christiania, Transnistria, Moskitia. Vi sembrano nomi inventati? Non fatevi ingannare: tutti i luoghi segnati su questa cartina esistono davvero. Si tratta di alcuni dei paesi non ufficialmente riconosciuti, impossibili da trovare nelle carte geografiche ufficiali, ma popolati (alcuni) e attivi. Ci sono 50 nazioni che non hanno confini e attendono ancora una legittima dichiarazione territoriale.
Lakota – Nel 1868 sembrava fatta: gli indiani Lakota Sioux avevano ottenuto l’indipendenza dagli Stati Uniti. Pochi anni dopo, però, sono state trovate miniere d’oro nel territorio (tra il Nord e il Sud Dakota, Usa) e l’accordo è stato stracciato. A metà del Novecento è stato offerto alla popolazione un indennizzo di mezzo miliardo di dollari. Ma i Sioux hanno rifiutato. Nel 2007 hanno proclamato la Repubblica indipendente di Lakota, ma la vicenda è ancora aperta.
Moskitia – Nel 2009 il consiglio degli anziani ha dichiarato questa terra situata sulla costa orientale del Nicaragua indipendente, ha convinto i suoi 150mila abitanti a non pagare più le tasse al governo centrale e ha addirittura composto un esercito con 200 indigeni.
Isola di Man – Si trova nel Mare d’Irlanda, tra Irlanda del Nord e Inghilterra, ha un’area di 572 km2, ci vivono 85mila persone e la capitale è Douglas. Abitata in origine dai Celti e poi dai Vichinghi, ora è in mano alla Corona inglese. Ha regime fiscale e regole autonome. Il Parlamento si riunisce in un edificio chiamato “torta nuziale”.
Redonda – Scoperta da Cristoforo Colombo, l’isola nell’arcipelago delle Antille è stata sfruttata dalla Gran Bretagna che ne ha ricavato grandi quantità di guano ricco di fosfati. Nel corso degli anni è stata governata da diversi re. Ora sono 9 i pretendenti al trono, ma Redonda risulta disabitata.
Forvik – Residenza del marinaio inglese Stuart Hill, si trova nell’arcipelago delle Shetland nel Mare del Nord. Secondo Hill, l’isola è indipendente dal governo britannico ed è in attesa di essere ufficialmente riconosciuta.
Pontinha – Isolotto di 178 m2 a nord delle Isole Canarie, 4 abitanti, capitale Fort of San José. Sulle rotte di esploratori e mercanti, fu la roccaforte dei Cavalieri Templari. Nel 2010 vi è stato rinvenuto uno scrigno con un chiodo, 3 scheletri e 3 spade. Alle soglie del piccolo insediamento, un cartello dice: “I visitatori sono i benvenuti (a loro rischio e pericolo)”.
Christiania – Grande meno di 1 km2, è un quartiere di Copenaghen (Danimarca); ci vivono 850 persone, discendenti di una comunità hippy che negli anni Settanta vi s’insediò sfidando il governo danese.
Cabinda – A Cabinda, sulla costa sud dell’Angola (Africa), vive la comunità Malongo, formata da espatriati americani che utilizzano il sito come piattaforma petrolifera. I residenti non possono uscire dai confini della comunità: Cabinda è infatti circondata da campi minati, fili spinati ed è pattugliata da elicotteri armati, che si oppone da anni allo sfruttamento della zona. Il popolo, infatti, non ricava nulla dall’estrazione dell’oro nero.
Seborga – È in Liguria, vicino a Imperia, e conta 300 abitanti. Principato del Sacro Romano Impero nel 1079, nel 1729 passa ai Savoia, ma non viene registrata in nessun documento. Nel 1995 Giorgio Carbone, presidente di una cooperativa agricola, con un referendum popolare viene nominato Sua Altezza Serenissima e governa fino alla morte nel 2009.
Transnistria – Situata tra Ucraina e Moldavia, ci vivono più di 500mila persone che parlano russo o rumeno. L’Unione Europea la definisce un buco nero dove prospera la delinquenza. Ha il sostegno della Russia e vi sopravvive una forte cultura leninista: lo dimostra la statua di Lenin, che svetta davanti al parlamento di Tiraspol, la capitale.
Akhzivland – Il piccolo territorio (0,01 km2) sulla costa di Israele, vicino a Nahariya, è abitato da un uomo e dal fondatore del paese, Eli Avivi, che è anche il presidente del governo locale. È una meta di passaggio turistico: il suono delle onde viene considerato l’inno nazionale.
Murrawarri – I suoi 1.500 abitanti dicono che il territorio, situato nel Queensland (Australia), era parte del regno di Elisabetta II d’Inghilterra, anche se nessun documento ne certifica il possesso. Poiché dalla regina, alla quale è stata avanzata una richiesta formale di riconoscimento, non è mai giunta risposta, nel 2013 hanno proclamato l’indipendenza.
Hutt River – Il paese, situato nell’Australia Occidentale a nord di Perth e abitato da 20 persone, fu fondato dall’agricoltore Leonard Casley nel 1970 in opposizione al governo che imponeva tasse onerose sulla produzione agricola. Casley si rifiutò di pagarle e proclamò la secessione. Dopo varie turbolenze, si venne a un compromesso: lo stato non fu riconosciuto dal governo australiano, ma accettato. E le tasse? Non essendo residenti in Australia, gli abitanti di Hutt River non le pagano.