Considerato erroneamente un super frutto, è diventato di gran moda. Ma per produrlo…
C’è chi lo chiama “oro verde”: ingrassa chi lo mangia e chi lo produce, e dalle nostre parti è molto di moda tra i seguaci dell’alimentazione salutare e tra i buongustai dell’esotico. Ma se verde l’avocado lo è di sicuro, sul fatto che sia davvero “oro” c’è qualcosa da dire. Per esempio, per come viene prodotto. E poi anche per come viene venduto. Perché è certamente un frutto saporito e nutriente, ma…
IN ESPANSIONE
L’avocado è il frutto dell’albero omonimo (Persea americana), che fa parte della stessa famiglia di piante da fiore dell’alloro e della cannella. È originario dell’America Centromeridionale, ma cresce bene nei climi tropicali e subtropicali in generale, per cui oggi viene coltivato anche in molte parti dell’Africa e della Cina. Dall’inizio degli anni Sessanta a oggi la superficie mondiale coltivata ad avocado è cresciuta da meno di centomila ettari a più di mezzo milione, e un terzo di questa crescita è avvenuta solo nell’ultimo decennio.
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
In Messico, Paese che produce un terzo dei frutti del pianeta e che ha registrato la crescita produttiva maggiore, la coltivazione dell’avocado è talvolta finita nelle mani delle mafie locali, tanto che tra gli ecologisti si è parlato di “blood guacamole” (come dire: guacamole, la salsa che si fa con l’avocado, sporco di sangue). Non solo. Quando una pianta gode all’improvviso di grande successo, la verità ha sempre due facce. Coltivare significa creare sviluppo, tipicamente in aree povere del pianeta. Ma spesso le piantagioni nascono a scapito delle foreste tropicali».
FA BENE (COME GLI ALTRI)
Il “boom dell’avocado” è scoppiato anche in Italia: fino a qualche anno era un frutto “da intenditori”, ora è uno degli ingredienti di ogni insalata ricca. A spingerne il successo è la convinzione che sia un prodotto molto salutare, uno dei cosiddetti super food. Ma anche qui non è tutto oro quello che luccica. L’avocado non contiene sostanze assenti altrove. Essendo meno zuccherino di altri frutti è una buona opzione per chi ha problemi di glicemia, però è molto grasso. È l’elevato consumo di frutta e verdura in generale a fare bene alla salute. L’avocado è associato a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, come peraltro tutti i vegetali. E l’olio estratto dal frutto ha una composizione sovrapponibile a quella dell’olio d’oliva, quindi tanto vale continuare a usare quest’ultimo. Alla fine, insomma, scegliere se portarlo in tavola e quanto mangiarne è soprattutto… una questione di gusti.
SE ESISTE, È MERITO NOSTRO
Il frutto dell’avocado è una drupa, cioè ha una buccia, è carnoso e contiene un seme: come la ciliegia, l’albicocca, la pesca, l’oliva. Le drupe sono frutti commestibili e il vantaggio, per la pianta, è che, quando un animale le mangia, finirà poi per depositarne il seme a una certa distanza, insieme alle sue feci (peraltro, ottimi fertilizzanti). Ma il seme dell’avocado ha una dimensione considerevole. Chi riesce a mangiarlo tutto intero? Ormai più nessuno. Un tempo, qualche milione di anni fa, era il frutto preferito dei grandi animali che vivevano in America, come il megaterio, un bradipo gigante. Dopo la loro estinzione, l’avocado se l’è cavata convincendo noi uomini a coltivarlo.
NON PROPRIO VEGANI
L’avocado è adatto per l’alimentazione vegana? In prima battuta verrebbe da rispondere con sicurezza di sì. Ma Dominic Wilkinson, docente di etica all’Università di Oxford, ha sollevato un dubbio. Perché in certi casi per impollinare le piante vengono trasportate nelle piantagioni decine di milioni di api da migliaia di chilometri di distanza: un viaggio che genera stress agli insetti e ne accorcia la vita. Succede sicuramente in California e, secondo il professore, si tratta di sfruttamento animale. Il che renderebbe l’avocado (specie quello californiano) off limits per un vegano.
TUTTE LE TAGLIE
Gli avocado possono essere di 8 dimensioni diverse. Come si misurano? A seconda di quanti ce ne vogliono per riempire una cassa da 25 libbre (11,3 kg). Così, la taglia 84 è la più piccola: vuol dire che nella cassa ci sono 84 avocado (da 1,3 etti l’uno). Al contrario, la taglia 28 è la più grande (peso del frutto, circa 4 etti).
OTTIMO COSMETICO
L’avocado contiene molti grassi e in particolare contiene sostanze simili al colesterolo, che aumentano l’elasticità cutanea e proteggono la pelle dalla perdita di sebo che si ha inevitabilmente lavandosi, oppure con le temperature fredde. Per questo è l’ingrediente di alcune creme, di shampoo e stick per le labbra, ma si tratta di una prerogativa che hanno anche altri prodotti vegetali come il cacao, le mandorle dolci e l’olio d’oliva.
DA DOVE VIENE
Il principale produttore di avocado al mondo è il Messico, il principale compratore gli Stati Uniti. Ma in generale la rete commerciale è molto complessa, anche a causa
dei trattati sul commercio in vigore nei vari Paesi. Il consumo di avocado è infatti in espansione un po’ ovunque, perfino in Cina: nel corso della prima metà del 2018, dal Messico alla Cina è arrivato il 7% in più di questi frutti rispetto a quanti ne sono arrivati nell’intero 2017. Per alcuni Paesi del mondo, la coltivazione di avocado ha rappresentato una svolta sia per l’economia (perché la produzione e l’esportazione hanno arricchito il Paese) sia per la sicurezza alimentare. È successo principalmente in Repubblica Dominicana e in Ruanda. In questo secondo Paese, però, praticamente tutta la produzione è destinata al consumo interno. Altrove, come in Messico, le coltivazioni sono spesso teatro di conflitti tra le autorità locali e i narcos, che spesso controllano i proventi delle vendite. Una vera e propria guerra che si calcola abbia provocato circa 8.000 morti negli ultimi 12 anni.