Durante i rapporti i gemiti servono per comunicare con il partner, eccitarsi e… salvare il matrimonio
Quando è troppo è troppo. È quanto deve avere pensato Lee Moore, un ragazzo di Manchester (Regno Unito) che, infastidito dagli insistenti gemiti di una coppia di vicini di casa troppo focosa, ha pensato di registrare l’audio di una loro performance e pubblicarlo online. Sulla porta degli amanti ha lasciato un post-it: «A voi che mi avete tenuto sveglio con le vostre urla: la prossima volta, chiudete le finestre. Ora siete su internet, ecco il link». E dal suo profilo Twitter, dove ha pubblicato una foto del messaggio, ha reso pubblico il file “piccante”. Che naturalmente in un battibaleno era tra i più visti in rete.
Una tecnica per eccitare
Eppure, non c’è nulla di strano a emettere gemiti durante un rapporto sessuale. I sessuologi li chiamano “vocalizzazioni” e pare abbiano alcuni scopi ben precisi. Specie tra le donne, le cui urla di piacere sono state maggiormente studiate. Già il poeta latino Ovidio suggeriva alle donne gli artifici per sedurre gli amanti: tra questi, anche l’amore “sonoro”. In effetti, più di duemila anni dopo, il più completo studio sui vocalizzi sessuali, condotto dalla University of Central Lancashire e della University of Leeds (Regno Unito), sembra andare proprio in questa direzione. Dai dati emerge che le motivazioni che spingono le donne a gemere sono ben poco lusinghiere per i loro compagni: pare infatti che il 66 per cento lo faccia per eccitare il proprio uomo e quindi per accelerarne l’orgasmo, magari quando il rapporto si fa doloroso o, semplicemente, noioso. Ma, in fondo, le donne gemono per il bene della coppia: per il 92 per cento delle intervistate le esternazioni vocali hanno infatti il potere di accrescere l’autostima sessuale nel loro partner, che così si sente rassicurato circa le sue performance. Come spiegano i ricercatori, «nonostante le donne raggiungano l’orgasmo più frequentemente con i preliminari piuttosto che durante la penetrazione, le vocalizzazioni femminili sono più intense immediatamente prima o durante l’eiaculazione dei loro compagni». Si tratta quindi di orgasmi simulati? Probabilmente no. Ma è certo che l’eccitazione femminile passa anche attraverso la reazione a quella maschile: l’87 per cento delle intervistate ha ammesso infatti che grida proprio con lo scopo di eccitarsi eccitando il partner. Prima d’ora si era sempre creduto che le vocalizzazioni femminili avessero tre funzioni: aiutare la donna a raggiungere l’orgasmo autoeccitandosi, esprimere una reale eccitazione ed eccitare il partner. Con questa ricerca si scopre però che è la terza la reale motivazione. Il che ha dei riscontri anche tra i primati: nelle scimmie la velocità con cui il maschio raggiunge l’eiaculazione è correlata all’intensità delle vocalizzazioni della partner. Le femmine di babbuino, invece, emettono gemiti tanto più intensi e complessi quanto più sono prossime all’ovulazione o quanto più è dominante il maschio con cui si stanno accoppiando. Ulteriore conferma alla ricerca britannica viene infine dai gemiti maschili. Benché meno studiate, le vocalizzazioni degli uomini sembrano servire ad autoeccitarsi e non a eccitare la partner. Come dire: che siano emesse dalle donne o dagli uomini, sono (quasi) sempre questi ultimi a beneficiarne.
Gridando comunichiamo
Quel che è certo è che, indipendentemente da chi li emette, i gemiti rappresentano veicoli di comunicazione importantissimi: «Non è facile infatti tradurre in azioni le nostre fantasie», spiega Ian Kerner, giornalista americano autore del blog di consigli sessuali GoodInBed.com. «Un gemito strategico può quindi aiutare». Soprattutto le donne che, secondo la sessuologa della University of Kentucky (Stati Uniti) Kristen Mark, «stanno poco per volta imparando a esprimere le loro esigenze a letto. Parlare o gemere durante il sesso le può quindi aiutare». È infatti la mancanza di comunicazione intima a determinare molte crisi di coppia: l’americano Graham Masterton, autore di diversi saggi sulla sessualità, racconta che «le relazioni erotiche si dissolvono soltanto perché uomini e donne sono incapaci di dirsi l’un l’altra che cosa vogliono e che cosa sentono». Una verità valida tanto per gli incontri occasionali che per le relazioni di lungo corso. Infatti la comunicazione verbale sotto forma di gemiti e parole sussurrate è determinante in entrambi i casi. Se nei rapporti occasionali aiuta a mostrarci eccitati e a “fare bella figura”, nelle coppie consolidate potrebbe invece servire, come suggerisce la ricerca delle università inglesi, ad accrescere un’eccitazione in calo.
L’urlo dice chi sei
Non siamo tutti uguali, a letto. Chi per eccitarsi ha bisogno di gemere o di sentire il partner gemere tendenzialmente ha un approccio più sensoriale e fisico alla sessualità rispetto ai “silenziosi”, che fanno più affidamento a fantasie e stimoli mentali. Questo spiega perché per alcuni uomini la strategia femminile del gemito non ha l’effetto desiderato, cioè di eccitarli, ma anzi li inibisce. La donna che mostra troppo piacere mette il suo compagno in angoscia per la paura che quella sceneggiata possa durare per molto tempo ancora, sino oltre le sue possibilità di mantenere l’erezione.
Quando i vicini chiamano la polizia
Una vicina di casa troppo rumorosa a letto può rovinarci la vita. Ha fatto scalpore quanto è accaduto alcuni anni fa a Treviso, dove una coppia gay è arrivata, in piena notte, a chiamare la polizia a causa del sesso rumoroso della vicina di casa, una sessantenne che disturbava la quiete condominiale con i suoi sonori incontri sessuali con il fidanzato trentenne. Nei pressi di Washington, negli Stati Uniti, da anni prosegueva invece una disputa legale tra la cinquantenne Caroline Cartwright – accusata dai vicini di emettere in continuazione e più volte al giorno, durante il sesso, grida «simili a quelle di chi viene ucciso» – e la municipalità, secondo cui quei suoni superano quelli tollerati dai locali regolamenti di ordine pubblico.