Sono molti le persone che grazie alla nudità si sentono più libere, più serene e più a stretto contatto con la natura. Il sesso non c’entra niente, così come non è rilevante la bellezza del corpo. Attenzione però: chi vuol essere uno di loro deve rispettare certe regole
Una filosofia di vita che vive la nudità come espressione di sé e riscoperta della propria corporeità, coniugandola con la vita all’aria aperta, l’esercizio fisico e il rispetto per la natura e l’ambiente: questo è il naturismo. I naturisti considerano la nudità come una condizione naturale, che oltre a non avere nulla di immorale o indecente, regala una sensibilità corporea e un benessere psicofisico potenziati. A chi chiede cos’è il naturismo la semplice risposta é: buttati nudo in un fiume, in un lago o in una piscina e renditi conto della differenza. Il valore del rispetto per il naturista e “Rispettare se stessi significa rispettare il proprio corpo e accettarne i pregi e le imperfezioni estetiche», il che equivale ad accettare se stessi. Rispetto per gli altri significa non soffermarsi sulla nudità della persona, bensì valorizzarne i contenuti rispettandone le idee e le ideologie. Quanto al rispetto per gli animali e l’ambiente, parlano le numerose iniziative che vedono i naturisti ripulire le spiagge da plastica e rifiuti.
Bando agli equivoci
Sin dagli albori del movimento, il naturismo è stato spesso travisato, se non addirittura confuso con pornofilia, esibizionismo e trasgressione. Al contrario, il pensiero naturista scinde completamente la nudità dal sesso. La sessualità è presente in tutti noi, ma non andiamo a esprimerla in un campo naturista. In parte, l’abitudine a tanti corpi nudi fa sì che la loro vista non sia più eccitante; così la nudità viene distinta dalla sessualità e rimane solamente un’espressione di se stessi e della propria corporeità, senza più rappresentare il sesso. Lo testimonia, l’assenza di reazioni psicofisiche maschili legate all’eccitazione sessuale. Il naturismo non ha nulla a che fare con il sesso, ma nasce come cultura della libertà e del contatto con la natura. Quanto all’erezione, va chiarito che oltre a verificarsi in caso di eccitazione sessuale, è anche un fenomeno fisiologico con una ciclicità soggettiva durante le 24 ore. Accade a ogni uomo e non averla è pressoché impossibile, tanto più che in spiaggia viene favorita da più fattori: il caldo, le posizioni che comprimono i genitali (ad esempio, prendere il sole a pancia in giù), o addormentarsi sulla sdraio. In sostanza, anche se in un campo naturista si osservasse un’erezione, non necessariamente sarebbe di tipo sessuale.
Ma che cos’è il senso del pudore per un naturista? È il fatto di vivere nudi tra di noi, con le nostre famiglie e i nostri amici, senza pensare al sesso. Di più: significa accettare una persona con la pancia o non più giovane. Queste persone hanno un concetto del pudore completamente diverso rispetto alla maggioranza; sentono il bisogno di stare a stretto contatto fisico con l’ambiente e vedono il nudo come un ritorno alla natura scisso dall’atto sessuale, un ritorno a come eravamo.
Tutto è partito dalla Germania
Dopo i primi timidi approcci di fine Ottocento, in Germania prende piede la Nacktkultur, la cultura della nudità, che si evolve nella Freikörperkultur, la “cultura del corpo libero” e da lì il naturismo si diffonde nei Paesi democratici. Attualmente, i centri naturisti nel mondo sono circa 800. I praticanti sono persone di ogni età e ceto sociale.
Si può fare anche trekking
Per ragioni climatiche, il naturismo viene praticato soprattutto d’estate, sulle spiagge o in strutture dedicate come campeggi e villaggi di vacanza. Ma c’è dell’altro. Una pratica in rapida diffusione, soprattutto in nazioni come Francia, Austria e Germania, Spagna e Regno Unito, è il trekking naturista (in inglese naked hiking e in francese randonue), che consiste in escursioni all’aria aperta (in montagna, in campagna ecc.) senza vestiti, per godere al massimo le sensazioni che la natura trasmette al corpo. E d’inverno? Nella stagione fredda, ci sono centri naturisti con piscina coperta o in strutture riscaldate (ad esempio in alberghi appositamente affittati) per stare insieme. Nudità a parte, in questi nostri centri e in vacanza si svolgano le stesse identiche attività di relax dei “tessili”, termine scherzoso con cui gli naturisti si definano le persone sempre vestite.
No all’esibizionismo
In queste attività non vi è nulla di male. A condizione che i naturisti non creino imbarazzo agli altri e non si espongano alla vista di chi è infastidito dalla nudità. E naturalmente, a patto che non si cada nel voyeurismo e non si mettano in atto tentativi di approccio. Mostrarsi nudi in pubblico sarebbe una mancanza di rispetto verso chi si sente disturbato dalla nudità altrui; in particolare per le donne, la vista di un uomo nudo potrebbe essere motivo di scandalo o provocare un trauma. Se qualcuno che si definisce naturista cade in questo tipo di comportamenti non è tale.