Molti pensano che portare a casa un micino sia più semplice, in termini organizzativi, rispetto all’adozione di un cucciolo di cane: non è così ed è importante avere chiaro in mente come agire e ciò che serve
“Il gatto impara da sé”, “I mici non hanno bisogno di uscire”, “Mangia quando vuole” e via dicendo. Questi sono solo alcuni dei luoghi comuni sui gatti e, anche se nascondono un fondo di verità, tendono a farci credere che prendere un micio comporti poco impegno e poca organizzazione. Questo è vero soltanto in relazione al fatto che i gatti utilizzano la lettiera per i bisogni e, in genere, non sono portati per uscire al guinzaglio con noi, ma questo non significa affatto che non siano attratti dal mondo esterno, per esempio. E in ogni caso, adottare un gattino implica parecchie cose, da fare e da considerare. Vediamole insieme.
Di razza o no? Ci sono differenze
Posto che i gattili scoppiano di micini da adottare e spesso anche di razza, ciascuno è libero di decidere dove prendere il suo nuovo amico felino, ovviamente. Quindi, se vogliamo un gattino appartenente a una determinata razza possiamo scegliere di fare una ricerca in gattili e rifugi vari oppure rivolgerci a un allevatore. A livello etico, però, va detto che la situazione italiana in tema di abbandoni, randagismo e cucciolate lasciate al loro destino spingerebbe per l’adozione in gattile. Ma, ripetiamo, ciascuno ha il diritto di fare le proprie scelte. Se la scelta ricade su un gatto di razza, qualunque sia l’origine è essenziale sapere che la selezione condotta per ottenere le caratteristiche che tanto ci piacciono ha risvolti anche sul carattere e sulla salute. Un po’ come nel caso dei cani, quindi, è bene informarsi in anticipo su tali aspetti. Chi si è innamorato del Ragdoll, per esempio, non deve aspettarsi un amico molto vivace e giocoso ma, in genere, un coccolone impenitente che, però, facilmente soffre se lasciato solo a lungo. Invece, chi viene sedotto dall’eleganza austera del Certosino sappia che avrà per casa un eccezionale cacciatore, forse uno dei migliori tra i gatti, e che se ha un giardino, uccellini e piccoli roditori dovranno stare in guardia. Non che questo aspetto latiti, comunque, tra i gatti non di razza. Un’ulteriore considerazione riguarda il mantello: un micio a pelo lungo ne spargerà di più per casa durante la muta e avrà bisogno di spazzolate più frequenti. Meglio saperlo prima.
Organizziamoci bene. Un controllo della casa
L’arrivo di un gatto di pochi mesi implica conseguenze anche per quanto riguarda la nostra casa. Facciamo un giro d’ispezione alla ricerca delle possibili fonti di pericolo per una creatura che è, proverbialmente, curiosa. Cosa notiamo? Fili elettrici ovunque! E poche cose al mondo attirano un gattino quanto le cose che si possono far muovere toccandole per poi simulare la lotta con… un pericoloso serpente. Vanno messi in sicurezza. Ma anche piante d’appartamento potenzialmente pericolose perché tossiche sono una minaccia e bisogna liberarsene, regalandole a qualche amico senza mici oppure spostandole fuori tiro, cosa non semplice con maestri delle arrampicate come i piccoli felini. Pensiamo poi anche alla salvaguardia di mobili e suppellettili varie: se abbiamo divano o poltrone in pelle, o troviamo il sistema di proteggerle o diverranno eccellenti tiragraffi. Ninnoli, soprammobili, piatti decorativi e quant’altro adorni scaffali e librerie sarà oggetto di interesse e di… zampate per vedere che effetto fa vederli volare e poi schiantarsi al suolo! I tappeti, poi, saranno sia ottimi tiragraffi orizzontali sia facili bersagli di marcature olfattive (per chi, sbagliando, non sterilizza il micio) e incidenti domestici di tipo eliminatorio (pipì e il resto) Soprammobili e tappeti andrebbero perciò rimossi.
Investimenti indispensabili: Cassetta, giocattoli, tiragraffi…
Ci sono spese che vanno affrontate prima di portare a casa il gattino: la cassetta igienica con relativa lettiera è tra queste, ovviamente, e conviene scegliere un modello adatto alla taglia del nostro amico, che cambieremo quando crescerà: le cassette troppo grandi sono poco “intime” e spesso non gradite. Poi, serve una ciotola per il cibo e una per l’acqua, di altezza e dimensioni adatte a un gattino, meglio se collocate in un punto tranquillo dove possa mangiare serenamente. Ma conviene far trovare al nostro piccolo felino anche altri accessori che gli renderanno l’arrivo a casa nostra più gradevole, vale a dire un bel tiragraffi, magari con ripiani per arrampicarsi, giocattoli vari per divertirsi con noi (interagire positivamente crea legami e affetto) e poi? Be’, di sicuro un mangime adeguato alle sue esigenze di crescita e qualche snack goloso per farlo felice e, magari, iniziare a insegnargli qualcosa sulle regole della convivenza: anche i mici imparano bene e volentieri mediante l’uso dei “premi”, non solo i cani. Manca qualcosa? Certo: una bella cuccia “principale” morbida e calda per la notte, e altre più piccole collocate in zone strategiche della casa. E una scatola di cartone a misura di gattino, chiusa ma con un foro di ingresso comodo. Facile che il piccolo scelga proprio quella come primo rifugio! E per finire, una spazzola per il pelo e un trasportino per gli spostamenti in auto (abituiamolo da subito con piccoli tragitti o saranno guai..), comodo da smontare per la pulizia.
Dal veterinario: Visita, vaccini e altro ancora
Qualunque sia l’origine del nostro gattino, allevamento professionale o amatoriale, rifugio o salvataggio dalla strada, è assolutamente obbligatorio, per il suo bene, recarsi prima possibile dal veterinario per una seria visita di controllo che escluda malattie o infestazioni di parassiti e, in caso invece vi siano, prescrivere le cure necessarie. Il medico sarà anche in grado di valutare se il micio sia stato alimentato correttamente o no, se sia necessario eseguire subito uno o più vaccini (se abbiamo una documentazione sanitaria, ovviamente, e in caso di allevamento o rifugio autorizzato deve esserci consegnata al momento dell’adozione, altrimenti il veterinario ci darà un libretto sanitario) e anche consigliarci sul tipo di cibo più idoneo. E potrà inserire il microchip di riconoscimento, molto importante. Questa prima visita è utile, però, anche per abituare il piccolo al fatto che il veterinario è un amico: ecco perché ci torneremo parecchie volte i primi tempi, di modo che il medico possa semplicemente giocare con il micino, coccolarlo, dargli qualcosa di gustoso e costruire così un rapporto che renderà più facili
le future visite mediche.