Un esercizio, non del tutto di fantasia, per capire cosa accadrebbe se il nostro Pianeta si presentasse come in queste immagini
Sdraiati sulla spiaggia in unanotte d’estate, guardiamo il cielo ancora parzialmente illuminato daunmaestoso sistemadi anelli,mentredecine di stelle cadenti sfrecciano nel cielo. La Terra con gli anelli, come Saturno: un gioco di immaginazione, ma fino a un certo punto. Perché di certo il nostro Pianeta il proprio anello lo ha avuto, all’inizio della sua storia, quando un oggetto grande quasi come l’odierno Marte lo colpì. L’enorme quantità di materiale scagliata nello spazio dall’impatto formò un disco di detriti, una parte dei quali diede origine alla Luna. E, almeno per un po’, la nostra giovane Terra si ritrovò circondata da un anello consistente di materia.
Se una struttura così fosse presente ancora oggi, sarebbe posizionata come l’anello da cui nacque la Luna e come quello di Saturno, cioè all’incirca attorno all’Equatore terrestre. È una questione di fisica: un agglomerato di materia in rotazione tende sempre a schiacciarsi a causa della propria forza di gravità, formando un disco piatto sul piano dell’Equatore. Anche l’ampiezza degli anelli dovrebbe sottostare ad alcune leggi fisiche perché, per esempio, a una distanza dalla Terra superiore a un certo limite minimo, la materia in orbita tende ad aggregarsi, invece di rimanere sparsa in piccoli frammenti, come quelli che costituiscono l’anello di un pianeta. Diciamo quindi che gli anelli della Terra potrebbero andare da circa 4.000 km a 10-12.000 km di altezza rispetto alla superficie; in pratica, circa 10 volte più piccoli di quelli saturniani.
ROCCIOSI, MA NON GHIACCIATI
Anche la composizione dei nostri anelli sarebbe un po’ diversa da quelli di Saturno, che sono formati soprattutto da ghiaccio d’acqua. LaTerra è molto più vicina al Sole, e alla nostra distanza il calore solare farebbe sublimare il ghiaccio, che passerebbe dallo stato solido a quello aeriforme, sfuggendo via. Rimarrebbe quindi solo la componente rocciosa. E la diversità di composizione renderebbe i “nostri” anelli più scuri di quelli del pianeta gigante, perché le rocce riflettono molto meno la luce del Sole di quanto faccia il ghiaccio; ma sarebbero ugualmente molto appariscenti. Anche perché si vedrebbero sempre: da qualunque luogo della Terra si mostrerebbero giorno e notte, senza sorgere né tramontare mai, anche se in ore diverse della giornata ne vedremmo porzioni differenti.
Il loro aspetto però cambierebbe molto in base al luogo della Terra in cui ci trovassimo a guardarli. All’Equatore saremmo esattamente sul piano degli anelli, che quindi apparirebbero come una linea sottile, ma comunque luminosa, perpendicolare all’orizzonte. Di giorno, la loro ombra si proietterebbe dal lato opposto alla posizione del Sole: il risultato sarebbe una metà di cielo molto più brillante dell’altra (tra l’altro, per una questione di geometrie, l’ombra degli anelli renderebbe gli inverni più freddi). Salendo dall’Equatore verso le latitudini intermedie, la prospettiva cambierebbe, e gli anelli si mostrerebbero più larghi, e quindi molto più “invasivi”. Nei pressi dei Poli, invece, ne spunterebbe solo una piccola parte che formerebbe un arco nel cielo.
PROBLEMI PER I SATELLITI
Insomma, il panorama degli anelli sarebbe davvero incredibile, reso ancora più affascinante dalla frequente caduta di polveri verso la Terra, che si trasformerebbero in una pioggia di stelle cadenti. Ma questo spettacolo pirotecnico celeste avrebbe vari aspetti negativi. Il primo riguarda i satelliti: quelli in orbita bassa (entro i 2.000km di quota), per esempio per l’osservazione della Terra, sarebbero interni rispetto agli anelli e rischierebbero di essere colpiti da questo bombardamento; bisognerebbe schermarli pesantemente, ma potrebbero comunque finire fuori uso.
Il pericolo per le macchine sarebbe molto elevato, ma per gli esseri umani diventerebbe inaccettabile: la Stazione Spaziale Internazionale probabilmente non potrebbe esistere. La sua orbita a 400 km di altezza la esporrebbe al pericolo quotidiano di essere colpita. Lo stesso guaio si presenterebbe per gli aerei, che volano a una quota di 11 chilometri circa, molto all’interno del disco degli anelli; non ci sarebbe il rischio di una collisione diretta con le rocce che li compongono, ma quello di essere colpiti dal materiale in caduta, soprattutto in occasione dei voli che attraversano l’Equatore. Anche i satelliti in orbita geostazionaria, per le telecomunicazioni e le previsioni meteo, si troverebbero in difficoltà, ma per un motivo diverso: dalla loro orbita a 36.000 km di altezza sarebbero almeno in parte “schermati” dagli anelli.
SACRI OGGETTI DEL CIELO
Su una Terra avvolta da anelli, gli astronomi vedrebbero vanificate molte delle loro osservazioni, perché le notti non sarebbero mai completamente buie a causa della riflessione della luce solare sugli anelli stessi. Così come sarebbero spaesati gli animali (da alcune specie di uccelli agli scarabei stercorari) che si orientano di notte sfruttando le stelle e la Via Lattea, oltre che il campo magnetico terrestre. I predatori notturni invece sarebbero avvantaggiati, perché potrebbero andare a caccia tutte le notti, senza aspettare quelle in cui splende la Luna. Le loro prede non avrebbero scampo.
Per i navigatori, invece, gli anelli sarebbero diventati ben presto un riferimento importante, da sfruttare per trovare la giusta rotta, come i nostri antenati fecero con le stelle.
Da non sottovalutare, infine, c’è anche l’aspetto culturale. Se l’uomosi fosse evoluto inunaTerra avvoltadaanelli avrebbe imparato ben presto a non meravigliarsene; sarebbe stato uno spettacolo usuale. Ma, dall’altro lato, questa presenza costante avrebbe avuto senz’altro un ruolo nel mito e nelle religioni dei popoli primitivi, così come lo hanno avuto il Sole e la Luna. Gli anelli sarebbero forse diventati una delle divinità più importanti delle prime popolazioni della Terra “anellata”. Ma ai nostri giorni, o poco più avanti, sarebbero stati sfruttati commercialmente; troppo ghiotta l’occasione di avere quasi a portata di mano una così straordinaria miniera a cielo aperto. Perché business is business, anche nello spazio.