La tensione psicofisica altera il normale equilibrio ormonale: per questo motivo i chili si accumulano più facilmente. Anche se mangi meno!
Lo stress cronico pesa non solo sulla mente, ma anche sulla bilancia. Il legame tra tensione emotiva prolungata nel tempo e tendenza a ingrassare è stato chiarito da diversi studi, negli ultimi anni. Una ricerca pubblicata su Obesity e condotta su 2500 uomini e donne sopra i 54 anni, ad esempio, ha dimostrato che i soggetti con livelli elevati di cortisolo, l’ormone dello stress, avevano maggiori probabilità di essere sovrappeso.
Perché accade? Verrebbe immediato rispondere “perché si mangia di più”, eppure non è sempre vero: anche chi tende ad assumere le stesse calorie (o addirittura meno) può veder salire l’ago della bilancia. La risposta è da ricercare spesso nello stravolgimento dei normali equilibri ormonali, ad esempio dell’ormone insulina. Uno degli effetti del cortisolo è infatti l’aumento della glicemia, cioè il livello di zuccheri nel sangue: ciò ci permette di avere a disposizione energia “pronta all’uso”, che in teoria dovrebbe servire per reagire prontamente a una situazione di pericolo. Se questo meccanismo era senz’altro vitale per i nostri antenati, che si trovavano magari a dover combattere una belva o fuggire da un attacco, altrettanto non possiamo dire noi, che alimentiamo quotidianamente lo stress a casa e a lavoro. I livelli di glicemia restano dunque alti e impiegano molto più tempo del normale per tornare nella norma. Intanto il pancreas secerne insulina, l’ormone che ha il compito di “ripulire” il sangue dall’eccesso di zuccheri stoccandoli nel fegato – che però è un serbatoio dalla capacità limitata – e nei cuscinetti adiposi, soprattutto a livello addominale. Lo stress cronico innesca così un circolo vizioso che, al di là di cosa mangiamo, può “guastare” il meccanismo dell’insulina, rallentare il metabolismo e far aumentare il grasso viscerale.
A volte la colpa è della fame nervosa
Quando si parla di stress e sovrappeso bisogna considerare inoltre la fame nervosa. Quando è vissuto o percepito come valvola di sfogo, come sostanza analgesica contro le sofferenze o come rifugio in situazioni di con¬ itto, il cibo perde la sua valenza nutritiva per assumerne una affettiva (…) Una giornata stressante in ufficio favorisce spesso un’autocompensazione gratificante alla sera. Il cibo diviene così uno strumento per superare una serie di disagi emotivi legati a stati di rabbia repressa o di profonda insoddisfazione. In qualche modo quel cibo ci aiuta a colmare vuoti esistenziali connessi al mondo del lavoro, della famiglia o degli affetti. Anche senza toccare le corde emotive, comunque, altri studi hanno dimostrato che sotto stress si produce un ormone, il neuropeptide Y, che spinge a mangiare di più.
Gli aiuti verdi per rilassare e snellire
La rodiola (Rhodiola rosea) è un rimedio verde particolarmente utile per aiutarti a tenere sotto controllo sia lo stress sia la fame nervosa: migliora il tono dell’umore e regola l’appetito. Altrimenti, per favorire il peso forma, puoi provare un infuso preparato mettendo in una tazza di acqua bollente un cucchiaino di un mix formato da fiori di malva e foglie di carciofo in parti uguali. Il carciofo depura e favorisce il metabolismo di grassi e zuccheri, la malva spegne le infiammazioni (che sono spesso alla base del sovrappeso).
È un attacco su ogni fronte
Lo stress cronico va frequentemente a braccetto con l’insonnia: anche per questo può favorire l’accumulo di adipe. Vari studi hanno infatti dimostrato che chi dorme poco o male tende a mangiare di più durante la giornata. Ad esempio, una ricerca sul Journal of Sleep Research ha privato alcuni bambini di 3-4 anni del sonnellino pomeridiano e ridotto di un paio d’ore il sonno notturno, notando che così i piccoli tendevano ad assumere, il giorno seguente, circa il 20% di kcal in più rispetto alla norma.