Il carciofo è originario del bacino del Mediterraneo. Non si trova allo stato spontaneo perché deriva probabilmente dalla selezione del cardo. Mangiare almeno 100 g di carciofi al giorno consente di depurare il fegato e contrastare diabete, colesterolo e trigliceridi alti. Grazie alla sua azione detox, il carciofo è utile anche per dimagrire
Il carciofo (Cynara cardunculus scolymus) è un ortaggio fonte di sali minerali come ferro, magnesio, fosforo e calcio, necessari per la coagulazione del sangue, le reazioni enzimatiche, la formazione e il mantenimento delle ossa e la trasmissione degli impulsi nervosi. Il carciofo è anche una buona fonte di potassio, che consente all’organismo di neutralizzare gli effetti del sodio in eccesso, causa di ipertensione e cellulite. Questo ortaggio è anche una preziosa fonte di fibre, in particolare di inulina, una fibra solubile (appartiene ai fruttoligosaccaridi) che, insieme alle altre fibre della pianta, fornisce nutrimento ai batteri buoni dell’intestino, consentendo loro di vivere e moltiplicarsi risanando le mucose e contrastando i disturbi intestinali. Infine, il carciofo contiene acidi fenolici, come la cinarina, che inibiscono la sintesi del colesterolo, stimolano la secrezione biliare, favoriscono l’eliminazione dei grassi, migliorano la diuresi e tengono sotto controllo gli zuccheri.
Un integratore naturale di cinarina
Gli integratori di cinarina vengono usati per stimolare la secrezione biliare e la funzionalità epatica, per migliorare la diuresi, per rigenerare il fegato in caso di epatiti, per contrastare la sindrome del colon irritabile e la stipsi, per abbassare colesterolo, trigliceridi e zuccheri, per combattere dermatiti, artriti e reumatismi. Le dosi terapeutiche di cinarina variano da 60 mg a 1,5 g, che puoi assumere anche con 100-300 g di carciofi crudi.
Perché in inverno
I carciofi non devono mancare in questo periodo dell’anno perché a gennaio il corpo inizia già a prepararsi al risveglio della primavera e ha quindi bisogno di eliminare scorie e tossine che lo appesantiscono. Grazie ai principi attivi del carciofo il fegato si depura, il colesterolo nel sangue si abbassa (insieme a trigliceridi e zuccheri) e il passaggio da inverno a primavera risulterà più facile.
La pianta e il fiore
Cuore (fondo o girello): È commestibile ed è la parte più tenera e gustosa del carciofo. Ed è anche la più ricca di acido clorogenico, una sostanza antiossidante utile contro le malattie cardiovascolari e con attività antitumorale.
Barba o fieno: La barba si trova al centro del carciofo ed è costituita dai fiori veri e propri. Più il carciofo si sviluppa e più la barba tende a diventare coriacea, quindi non commestibile. Prima di cucinarlo deve essere eliminata.
Foglie e gambo: Di colore verde violaceo e raggruppate in mazzetti, le foglie sono lunghe fino a 80 cm e guarniscono il gambo del carciofo (caule). La parte esterna del gambo è fibrosa e dura, mentre la parte interna, più morbida, è commestibile.
Capolino: Il cuore e le brattee costituiscono il capolino del carciofo. È la parte commestibile ma può essere mangiata solo se immatura. La raccolta si effettua pertanto quando le brattee sono ben chiuse e il gambo è allungato.
Brattee esterne e interne: Le brattee (dette impropriamente foglie, perché in realtà sono petali) sono la parte commestibile del carciofo, insieme alla parte morbida del gambo e al cuore. Quelle esterne sono più dure, per cui in genere se ne consuma solo la base.
Le principali varietà di carciofi
A seconda del colore del capolino si distinguono varietà violette e verdi. In base alla presenza o meno di spine si suddividono in spinosi o inermi. Considerando il periodo di raccolta, si differenziano in precoci o autunnali, tardivi o primaverili. I tardivi sono in genere destinati all’industria per la surgelazione e l’inscatolamento.
Di albenga anti gonfiori: È un carciofo con le spine ricco di antiossidanti. Ideale per essere consumato crudo, con un filo di olio extravergine d’oliva perché, essendo povero di fibre, non favorisce i gonfiori addominali.
Sardo contro il colesterolo: È un carciofo con le spine ed è più amarognolo rispetto agli altri tipi di carciofo, perché più ricco di cinarina, un principio attivo che, oltre a contrastare il colesterolo cattivo (LDL), è anche un potente depurativo del fegato e antiossidante.
Mammolo in caso di colite: È senza spine e con uno scarso contenuto di fibra, quindi molto tenero e adatto in presenza di colite. Va consumato rapidamente dopo l’acquisto, perché non tollera la conservazione in frigo.
Brindisino contrasta la ritenzione: È senza spine e lo trovi in commercio, a partire da ottobre, per tutto l’inverno. È uno dei carciofi più teneri e gustosi, ottimo mangiato crudo. Povero di fibre e ricco di potassio, non favorisce i gonfiori addominali ed è utile contro la ritenzione e la cellulite.
Violetto di chioggia riduce il grasso addominale: È un carciofo di colore chiaro e con foglie che finiscono con spine sottili. Ottima fonte di fibre solubili che fanno assorbire meno grassi e zuccheri, risulta utile contro il grasso addominale.
Capolini, gemme e foglie che ti curano
Da un punto di vista fitoterapico, la pianta del carciofo è importante per i suoi principi attivi, composti caffeoilchininici come la cinarina, sostanza aromatica amara in grado di migliorare diuresi e secrezione biliare, i lattoni sesquiterpenici di sapore amaro e antitumorali, i derivati flavonoidici antivirali, gli acidi organici (come l’acido glicerico cicatrizzante), i tannini antiossidanti, i sali organici di potassio (drenante) e di magnesio (utile per il sistema nervoso e il cervello), i glucosidi antrachinonici anti stipsi e l’inulina (vedi pag. 36). Come si può vedere, con il loro insieme di principi attivi i carciofi sono veri e propri farmaci naturali, utilizzabili sotto varie forme. Eccone alcune…
- Il carciofo violetto di Sant’Erasmo e i suoi “botoli” dall’azione anti tumorale
A Sant’Erasmo, Vignole, Lio Piccolo, Malamocco e Mazzorbo (isole della laguna di Venezia), su terreni argillosi ricchi di sali minerali, vengono coltivati i carciofi violetti. Il violetto di Sant’Erasmo è noto per i “botoli”, piccoli carciofi laterali usati per preparazioni sott’olio, ed è la varietà di carciofo più ricca di antiossidanti dall’azione anti tumorale e utili per prevenire l’invecchiamento precoce. Anche questo carciofo, per essere curativo, va mangiato crudo.