Non occorre seppellirsi in campagna. Sono sufficienti parchi cittadini, abbondanza di luce e finestre su acqua e giardini. Lo dice una ricerca che spiega i vantaggi dell’architettura green a casa, in ufficio e persino all’ospedale
Il verde non fa bene solo ai polmoni. Vivere in città ricche di parchi e viali alberati è benefico anche per l’umore: a dimostrarlo è una ricerca pubblicata da Psychological science. Dopo aver esaminato i dati di un’indagine condotta tra il 1991 e il 2008 su 10mila britannici, Matthew White e i colleghi della Exeter medical school (Regno Unito) hanno notato che chi vive in contesti verdi, benché in città, mostra meno segni di stress psicologico indipendentemente da reddito, tipo di lavoro e condizioni di vita. «Abitare in città verdi contribuisce al benessere psicofisico quasi come vivere una relazione di coppia serena», ha spiegato White. «Perciò la ricerca sarà importante per gli urbanisti e per chi si occupa di salute pubblica». Non basta. In un bell’ospedale si guarisce prima. Gli ambienti ospedalieri progettati in modo che colori, materiali e luci siano il più possibile simili a quelli che si possono trovare in un ambiente residenziale o naturale, vengono percepiti come di migliore qualità, il che comporta una maggiore soddisfazione da parte dell’utente. Perché gli ambienti di cura, se pensati adeguatamente, sono persino in grado di determinare nei pazienti condizioni psicofisiche ideali alla guarigione. Anche qui la natura aiuta.
Uno studio di alcuni decenni fa, condotto dallo psicologo ambientale Roger Ulrich della Chalmers University of technology (Svezia) e pubblicato su Science, dimostrò come due gruppi di pazienti ricoverati per la stessa patologia nello stesso ospedale andassero incontro a un decorso post operatorio diverso a seconda della vista che godevano dalla finestra della camera: i pazienti che vedevano aree verdi necessitavano di minori analgesici e venivano dimessi prima rispetto a quelli che vedevano solo edifici.
Fanno bene pure le fontane
La ragione? Anche cromatica: il colore verde ci ricorda l’abbondanza di fogliame fresco che, per i nostri progenitori, era segno di vitalità. Nel 2007 l’Università di Berna condusse uno studio sugli effetti psicologici di questo colore dimostrando che la percezione delle diverse sfumature di verde stimola sentimenti positivi e facilita la concentrazione, diminuendo i livelli di stress e ansia. Stessi risultati per uno studio pubblicato due anni fa sul Journal of epidemiology & community health: indagando lo stile di vita di 80 quartieri di città olandesi, gli studiosi rilevarono un notevole miglioramento del benessere delle persone che vivevano vicino ai parchi cittadini. Riducono lo stress anche le fontane e i corsi d’acqua. Perciò piante e aree acquatiche sono utili nelle aree relax dei luoghi di lavoro. L’uomo ha quindi bisogno di natura e panorami per soddisfare le esigenze della propria vista. È evidente proprio negli uffici, dove le ore passate alla scrivania obbligano gli occhi a guardare da vicino, con conseguenze negative sulla nostra capacità di concentrarci. Terry Hartig della Uppsala University (Svezia) e Henk Staats della Leiden University (Olanda) condussero sul tema uno studio: suddivisero 103 studenti in due gruppi e sottoposero il primo allo stress psicologico di una lunga conferenza. Posti in seguito di fronte alla possibilità di scegliere tra una camminata nei boschi o una passeggiata in città, gli studenti stressati scelsero in gran parte la prima. Anche in Italia numerose ricerche mostrano che il contatto con la natura aiuta a recuperare la concentrazione. Oggi gli architetti che progettano uffici si pongono il problema di riallacciare contatti con l’ambiente naturale esterno, e il massiccio uso del vetro nella progettazione di edifici destinati a questo uso testimonia l’importanza per gli occupanti dell’esposizione alla luce naturale e all’ambiente esterno.
Ecco come abbellire una città
Gli studi sull’infiuenza dell’ambiente cittadino sulla psicologia degli abitanti partono dalle ricerche dell’urbanista Kevin Lynch, presentate già nel 1960 nel suo The image of the city. Oggi, sappiamo che nella progettazione di una città è necessario considerare altri fattori oltre alla presenza di elementi naturali. Ecco alcune caratteristiche architettoniche che rendono piacevole una città:
1. Estetica degli edifici.
Colore e tipo di architettura comunicano maggiore o minore piacevolezza.
2. Densità dello spazio costruito.
Edifici molto ravvicinati tra di loro creano una sensazione di chiusura, in alcuni casi quasi claustrofobica.
3. Dimensioni degli edifici.
Palazzi alti danno un’impressione di imponenza e fanno sì che gli abitanti si sentano piccoli e “intimoriti”.
4. Collegamenti all’interno di ogni quartiere.
5. Collegamenti con la città.
Strade dentro e fuori il quartiere danno una migliore vivibilità.
6. Presenza, cura e accessibilità delle aree verdi.
Il verde assicura relax e la sua cura contribuisce a dare un’idea di piacevolezza e sicurezza alla città.
Manca il sole? Occhio alla depressione
Restare a lungo in ambienti chiusi, illuminati con la sola luce arti”ciale, ci rende depressi. Nella retina, infatti, esistono cellule connesse con il nucleo soprachiasmatico, struttura al centro del cervello responsabile dei ritmi circadiani, cioè delle oscillazioni ormonali che infiuiscono sul sonno, sull’attenzione e sull’umore. Questi recettori sono particolarmente sensibili alla luce blu, una componente presente nella luce solare ma non in quella artificiale. Per questo dopo alcune ore in ambienti illuminati artificialmente sentiamo il bisogno di uscire all’aperto. La carenza di luce naturale è sentita in particolare nei Paesi nordeuropei durante l’inverno.
Se l’ascensore è arancione, può prenderlo anche un claustrofobico
Avete un marito poco prestante a letto? Dipingete le pareti della stanza da letto di rosso: Questo colore è uno stimolante: osservarlo aumenta il battito cardiaco e la pressione, rendendoci più attivi. Osservare un colore provoca risposte fisiologiche», spiega lo psicanalista Claudio Widmann, «a cui poi si associano reazioni psichiche». Il primo a provare scientificamente l’influenza del colore sull’organismo fu il premio Nobel per la medicina (1937) Albert Szent-Giörgyi, che scoprì come alcuni ormoni ed enzimi si attivano se sollecitati dalla luce colorata. Ecco qualche indicazione per scegliere i colori con cui dipingere le pareti di casa.
Rosso.
Stimolante, accresce l’energia mentale e fisica e stimola l’appetito: per questo gli aperitivi sono spesso di questo colore. Utile quindi per la cucina, ma anche per ravvivare la camera da letto di una coppia sessualmente stanca.
Giallo.
È il colore del sole: evoca quindi liberazione e sollievo. È anche indicato per la cucina, cioè il luogo dove si prepara e consuma il cibo, che è energia vitale.
Rosa.
Esprime calma. Non a caso in alcune carceri americane è stato scelto per le divise dei reclusi: ridurrebbe la litigiosità. In casa è indicato per le stanze in cui ci si dedica alla meditazione.
Blu.
Rallentando battito cardiaco e pressione del sangue, è il colore del riposo. Perfetto quindi per le camere da letto di chi soffre di insonnia.
Arancione.
Dà senso di apertura e solarità, ancora più del giallo. Per questo è utile per ambienti molto piccoli: un ascensore colorato di arancione può essere preso anche da un claustrofobico.