Chi ne mangia di più ha più voglia di fare l’amore. Per ora, le proprietà “erotiche” di questo legume sono dimostrate solo sulle scimmie: varranno anche per l’uomo?
Meno carne, più sesso: i vegetariani “lo fanno meglio”. Potrebbe cadere lo stereotipo del maschio carnivoro e muscoloso, campione in camera da letto, a favore del vegetariano esile che si scopre invece un amatore più focoso. È quanto farebbe pensare una ricerca dell’Università di Berkeley, in California, che per la prima volta ha esaminato il legame tra i fitoestrogeni – sostanze simili agli ormoni sessuali e presenti in alcune piante, come la soia – e il comportamento di scimmie selvagge che si nutrono di questi vegetali.
Una questione di ormoni
Gli scienziati hanno studiato per 11 mesi i maschi di scimmie colobo rosso (Procolobus rufomitratus) che vivono nel parco nazionale di Kibale, in Uganda, nell’Africa Orientale. Questi animali si nutrono delle foglie di Millettia dura, un albero tropicale contenente sostanze che hanno un effetto simile agli ormoni estrogeni, i principali ormoni sessuali femminili, e che si trovano anche nella soia. Si è visto che quanto più le scimmie si alimentavano con la pianta tropicale, tanto più alto era il livello degli ormoni estradiolo e cortisolo nelle loro feci: due sostanze importanti per la riproduzione e la risposta allo stress. E l’aumento dei livelli ormonali infiuiva sul loro comportamento: gli animali praticavano più attività sessuale, erano più aggressivi e si dedicavano meno alla cura di sé, cioè al grooming, lo spulciarsi in gruppo.
I condizionamenti del clima
Anche il clima sembra condizionare gli effetti dei “toestrogeni sul colobo rosso. L’antropologo Michael Wasserman, che ha guidato la ricerca e oggi lavora al dipartimento di Antropologia dell’Università di McGill a Montréal, in Canada, spiega: «Nei giorni di pioggia le scimmie mangiavano una maggiore quantità di foglie, soprattutto quando le precipitazioni erano intense. Serviranno altre ricerche per capire il perché. Anche se alcuni scienziati, studiando la soia, hanno trovato che la pioggia fa aumentare il contenuto di fitoestrogeni nella pianta».
Funziona anche su di noi?
Nella nostra dieta è proprio la soia una delle fonti maggiori di fitoestrogeni. Ma è troppo presto per stabilire se i risultati della ricerca valgano anche per l’uomo. «Potrebbe anche esserci un legame, perché una delle caratteristiche del sistema endocrino, che regola le nostre secrezioni ormonali, è quella di non essere cambiato molto nel corso dell’evoluzione dei vertebrati», conclude Wasserman. Gli scienziati continueranno le ricerche, analizzando anche i dati raccolti sulle femmine di colobo rosso e studiando poi le scimmie che vivono negli zoo, nutrite con porzioni calcolate di soia. In particolare gli scimpanzé, che sono i nostri “parenti” più stretti.
Fa bene o fa male
I ricercatori non riescono a trovare un accordo: la soia fa bene o no alla salute? Per alcuni, oltre a interferire con la fertilità e con le funzioni della tiroide, potrebbe favorire il tumore al seno. Alcuni dati confermano una riduzione del numero di spermatozoi nei maschi che mangiano molta soia ed è noto un effetto di inibizione sulla tiroide. Sul tumore al seno non ci sono dati sufficienti, ma potrebbe anche avere un effetto protettivo. Aiuta poi a contrastare i sintomi della menopausa e ha un ottimo contenuto proteico, ma non è adatta ai più piccoli: meglio scegliere alimenti con azioni ormonali meno intense. Se non si usa il latte vaccino, per i bambini è preferibile quello di riso, di avena o di mandorla.
Gli alimenti a base di soia più diffusi
La soia è soprattutto una fonte di proteine, come tutti i legumi, utile nelle diete dei vegetariani, che non mangiano carne e pesce, e dei vegani che escludono tutti gli alimenti derivati dagli animali. E per chi vuole sperimentare nuovi sapori, oggi è facile trovare diversi cibi a base di questo vegetale.
Latte e yogurt:
dalla macerazione dei semi di soia in acqua, si ricava una bevanda di aspetto simile al latte. Se si aggiungono i fermenti, si ottiene un sostituto dello yogurt.
Germogli:
provengono dai semi germogliati, hanno un sapore che ricorda il burro. Si abbinano all’insalata.
Farina:
si usa per pane, pasta, dolci e biscotti. È senza glutine, adatta ai celiaci.
Carne:
spezzatino, hamburger e polpette si preparano dalla soia con diverse lavorazioni industriali. Imitano la carne animale, ma solo nell’aspetto.
Olio:
si ricava dalla spremitura dei semi di soia a caldo.
Tofu:
detto anche formaggio di soia, si ottiene cagliando il “latte” di soia. La consistenza è simile alla feta greca e il gusto alla mozzarella. Si mangia crudo o fritto.
Tempeh:
crema prodotta dalla fermentazione della soia bollita, per condire pasta, riso e insalate, o insaporire la carne.
Miso:
impasto di semi di soia cotti, acqua, sale e riso, oppure orzo, lasciati fermentare con un fungo (Aspergillus oryzae). Si usa in zuppe e salse o per aromatizzare.
Tamari:
salsa che si ricava dal liquido di fermentazione del miso.
Tao-you:
dalla fermentazione della soia nera, una varietà poco diffusa, si ottiene questa salsa, aromatizzata con erbe e anice stellato.