Raramente udiamo suoni eppure, quando due cani sconosciuti si incontrano, spesso riescono a comunicare perfettamente in assoluto silenzio. Scopriamo come fanno a parlarsi senza usare… parole e anche a smettere di litigare
Quando due cani si incontrano per la prima volta su un terreno “neutrale”, cioè non considerato come “proprietà” da uno di essi (altrimenti la circostanza potrebbe essere influenzata dalla territorialità), si assiste a un affascinante spettacolo di comunicazione silenziosa. I due, di solito, si avvicinano, magari con un po’ di titubanza, si fermano a una certa distanza (uno o due metri), si scrutano per pochi istanti e poi, come per incanto, prendono una decisione: avvicinarsi ulteriormente per un approfondito scambio di informazioni mediante le classiche annusate delle zone più “delicate”, andare ognuno per la propria strada oppure darsi alla pazza gioia o, ancora, affrontarsi in “duello”. Ma che cosa si dicono con il linguaggio del corpo?
Dettagli da cogliere: Dalla coda allo sguardo
Tra i principali indicatori del comportamento che verrà probabilmente adottato, quelli che noi bipedi siamo in grado di individuare più facilmente sono costituiti dal portamento della coda, dall’inclinazione delle orecchie, dal pelo e dalla direzione dello sguardo. Una coda portata alta, simile a una bandiera, segnala al cane in avvicinamento un atteggiamento “dominante” o comunque un cane molto sicuro di sé, mentre portata normalmente indica maggiore disponibilità all’incontro e se si muove frenetica… è ovvio che il portatore di quella coda sia felice di fare conoscenza! Quando invece la coda è nascosta tra le zampe posteriori o addirittura ripiegata verso il ventre, segnala paura e/o intenzione di sottomettersi. Le orecchie, se visibilmente arretrate e appiattite sul cranio, preannunciano sia timore, se la coda è tra le zampe, sia l’intenzione di attaccare, se la coda si allunga all’indietro muovendosi lentamente a bilanciare il corpo, che si raccoglie pronto a scattare. II sollevamento del pelo nella zona immediatamente dietro la testa e lungo il dorso è una chiara predisposizione allo scontro, ma non è detto che questo dovrà verificarsi. Lo sguardo piantato negli occhi dell’altro cane significa sicurezza e disponibilità a un confronto, anche duro. Uno sguardo sfuggente, al contrario, è indice di insicurezza e possibile sottomissione o fuga. Tutto questo, naturalmente, vale a grandi linee e comunque non per tutti i cani: quelli senza coda, per esempio, sono privi di un importante strumento comunicativo, mentre le razze con orecchie lunghe e pendenti non danno indicazioni molto precise, almeno per noi, con questa parte del corpo.
Micromovimenti del muso, mantelli monocolore penalizzati?
Purtroppo, la nostra limitata capacità di “leggere” le posture corporali per noi meno eclatanti, unita alla quasi assoluta impossibilità di decifrare la mimica facciale creata dai giochi di luce e ombra sul muso dei cani, ci preclude la comprensione di molteplici segnali probabilmente fondamentali. Alcuni ricercatori, infatti, ritengono che le diverse tonalità di pelo presenti sul muso di molti cani servano proprio a “disegnare” delle espressioni precise in funzione del movimento dei piccoli muscoli sottocutanei, espressioni ritenute della massima importanza nella comunicazione con i propri simili e utili a comunicare con noi soltanto se il bipede di turno ha molta esperienza di osservazione dei cani, altrimenti difficilmente verranno notate. Questi stessi etologi riportano anche numerosi esempi di “incomprensione” da parte di altri cani di cui sono vittima i soggetti con mantello monocolore, specialmente quelli con muso completamente bianco o nero. Questi soggetti, a quanto pare, soffrirebbero di alcune carenze comunicative dovute alla mancanza di “effetto ombra” che invece si verifica sui musi multicolore quando il cane utilizza i muscoli facciali per cambiare espressione.
Ragioni di scontro: Dal sesso… al possesso
Può darsi benissimo che due cani si comprendano perfettamente ma che le loro scelte non siano di tipo pacifico. Fa parte della normalità: vi sono fattori che possono indurre allo scontro, in particolare tra cani non sterilizzati (o sterilizzati molto tardi) dello stesso sesso: in natura, difficilmente condividerebbero lo stesso territorio ma nel mondo umano, invece, spesso sono costretti a farlo. Altri motivi di scontro possono essere innescati da “gelosie”, per esempio quando il proprietario di un cane dedica attenzione al cane di qualcun altro o per questioni legate a cibo, giocattoli e così via.
“Non farmi del male”, ventre e gola esposti
La postura qui sopra la conosciamo bene, perché molti cani la utilizzano quando gli facciamo le coccole, ma il suo significato principale non ha nulla a che fare con quella pacifica situazione. Come possiamo vedere nella foto accanto, che ritrae un lupo adulto mentre mostra i denti a un cucciolo, la posizione di quest’ultimo ha lo scopo di segnalare all’adulto l’assoluta non belligeranza del piccolo. Il significato, nello specifico, è questo: “Sono piccolo e indifeso. Se volessi potresti uccidermi ma non lo farai perché sai che sono innocuo e non ho nessuna intenzione di lottare con te”. Un adulto equilibrato, che sia un lupo o un cane, non colpirà mai in queste circostanze, perché sarebbe inaccettabile a livello sociale. La stessa postura viene utilizzata spesso anche dai cani, cuccioli e adulti, quando vogliono porre fine a uno scontro: esponendo ventre e gola, dichiarano all’avversario che si arrendono e che la lotta non ha più senso. Spesso questo gesto funziona, ma non con i cani che non hanno avuto modo di apprenderlo appieno perché sottratti troppo presto alla madre e ai fratellini, cioè prima dei 56 giorni di vita. E purtroppo ci sono anche cani selezionati per non accettare segnali di resa e/o non emetterli: sono i poveri cani utilizzati dai criminali nei combattimenti.
Ma ci sta baciando? Non esattamente perché…
Capita che il nostro cane, cucciolo o adulto che sia, allunghi il muso verso la nostra bocca e ci “baci” con la sua lingua umida, sovente quando rientriamo a casa o si avvicina l’ora della pappa. E a molti di noi piace questo gesto tenero e infantile, che infatti ha esattamente quello scopo: suscitare in noi atteggiamenti materni verso il cane. Fanno la stessa cosa i cuccioli di lupo quando gli adulti tornano alla tana dopo la caccia, allo scopo di attivare una risposta geneticamente programmata: rigurgitare parte del cibo ingerito, che servirà a sfamare i piccoli ormai svezzati ma non ancora in grado di procurarsi da mangiare. Quando ci “baciano” nella zona della bocca, quindi, i nostri cani mimano il comportamento dei lupacchiotti e, in tal modo, ribadiscono la loro dipendenza da noi in termini di sopravvivenza. Ma nessuno di loro si aspetta sul serio che gli rigurgiteremo del cibo. In breve, è come se ci dicessero: “Senza di te, come potrei sopravvivere?”. È un gesto che implica il riconoscimento del nostro ruolo di dispensatori di cibo, cioè di vita, ma è anche un segnale di grande rilevanza sociale all’interno del “branco” misto costituito da noi e dai nostri cani; ci dice, infatti, che la fiducia nei nostri confronti è quella del piccolo verso l’adulto: un onore non da poco.