Le lunghe passeggiate in mezzo alla natura sono fantastiche e in compagnia di un socio a quattro zampe, tenuto sempre al guinzaglio dove ci sono animali selvatici, sono ancora più entusiasmanti. Ma qual è l’amico più adatto? Ecco qualche suggerimento motivato dall’esperienza.
Le lunghe passeggiate in mezzo alla natura sono fantastiche e in compagnia di un socio a quattro zampe, tenuto sempre al guinzaglio dove ci sono animali selvatici, sono ancora più entusiasmanti. Ma qual è l’amico più adatto? Ecco qualche suggerimento motivato dall’esperienza.
Chi sono
Alaskan Malamute, il figlio del Nord
Magnifico d’aspetto, simile a un lupo e di taglia notevole (può sfiorare i 40 chili nei maschi), l’Alaskan Malamute è un antico cane dell’Artico e dintorni, selezionato per il traino di carichi pesanti sulla neve e il ghiaccio. Del resto, basta guardarlo per rendersi conto della notevole potenza garantita dalla sua struttura fisica, dove spicca un petto profondo e massiccio innestato su un tronco compatto, supportato da zampe anteriori muscolose e di forte ossatura e sospinto da un posteriore solido, con arti larghi e molto muscolosi per tutta la lunghezza. Un insieme di caratteristiche che, unite alla notevole combattività e all’olfatto eccellente, ne fecero a suo tempo anche un valido ausiliario dei Nativi americani per la caccia all’orso e alla foca. Abbastanza diffuso in Italia, dove la qualità dell’allevamento è ai vertici a livello mondiale, è piuttosto popolare nel Nordamerica e in particolare nella sua patria, la gelida e selvaggia Alaska.
Beagle, dolce maratoneta
Simpatico già nell’espressione, con il muso incorniciato da lunghe orecchie morbide che invogliano subito alle coccole, il Beagle ha trovato notevole successo in Italia come cane da famiglia già da molti anni. E il suo carattere, di solito aperto e disponibile verso tutti, giustifica senz’altro la scelta. Non dobbiamo dimenticare, però, che si tratta di un segugio tenace e resistente, non di un cane da compagnia, anche se è un ruolo che sa rivestire molto bene. Il Beagle ha buone doti atletiche, alta resistenza e notevole vivacità che emergono facilmente fuori casa, quando il suo naso molto sensibile coglie una traccia da seguire. In tal caso, il Beagle rispolvera la sua antica specializzazione, abbassa la testa e si mette al lavoro, scordandosi facilmente di tutto il resto… inclusi noi, se non abbiamo provveduto a insegnargli con molta cura il “richiamo” fin da cucciolo!
Kurzhaar, tuttofare supersportivo
E legante e slanciato, con un’altezza al garrese da 58 a 66 cm, il Kurzhaar è uno dei cani da ferma più diffusi al mondo, Italia inclusa, e le sue qualità sono tali da spingere alcuni a definirlo “il cane da caccia ideale”. le motivazioni per farlo ci sono tutte, in effetti: ben costruito, con linee armoniose, è inoltre dotato di elevata intelligenza ubbiditiva, grande energia, alta resistenza, velocità, odorato superlativo e anche di una buona dose di coraggio. Però, chi si reca in Scandinavia e ha l’occasione di assistere a gare di specialità nordiche come lo Skijoring o lo Ski-Pulka, d’inverno, o il Dog Trekking d’estate, potrà avere la sorpresa di scoprire che il Bracco Tedesco a pelo corto, il suo nome in italiano, è spesso la scelta privilegiata anche in quest’ambito, che con la caccia nulla ha a che fare. Perché? Semplice: il Kurzhaar è un grande atleta, prima ancora che un gran cane sotto ogni aspetto.
Origini e storia
Malamute: Il compagno prezioso dei Nativi
Quando i primi esploratori russi approdarono sulla costa nordoccidentale dell’Alaska, all’inizio del Diciannovesimo secolo, rimasero sorpresi dalla considerazione e dalle cure che le tribù dei Mahlemiut (Nativi americani dell’Artico, da cui deriva il nome della razza) riservavano ai loro cani. Ma questo popolo era ben consapevole della loro importanza: quei grossi cani simili a lupi erano indispensabili per trasportare il frutto della caccia ai villaggi e permettevano gli spostamenti nei periodi più freddi dell’anno, senza mai perdere l’orientamento. Il sodalizio tra uomini e cani era molto forte, sembra perciò che gli Alaskan Malamute, considerati da quei popoli veri e propri membri della famiglia, fossero più docili e comunicativi rispetto ad altre razze nordiche, pur conservandone il caratteristico comportamento indipendente. E la cosa è vera tutt’oggi.
Beagle: A caccia con la regina
Del Beagle ci sono testimonianze che risalgono addirittura al 1300 e sappiamo per certo che la più famosa regina inglese del passato, Elisabetta I (1533-1603), possedeva diverse mute di Beagle detti pocket perché alti soltanto 20 cm al garrese o poco più, utilizzati a caccia su lepri e conigli e trasportati sul posto nelle sacche dei cavalli. Probabilmente, però, questo Beagle “tascabile” ha origini ancora più antiche: nella primitiva lingua dei Celti, infatti, beag significa “piccolo”. Comunque, è altrettanto probabile che il Beagle odierno sia diverso da quello, molto basso, del lontano passato e che la sua taglia sia cresciuta grazie all’apporto di altri segugi giunti in Inghilterra dalla Francia nel corso degli ultimi secoli. E che si tratti di un cane altamente specializzato nella caccia in muta a conigli e lepri ce lo svela il termine gergale inglese che indica questo tipo di attività: beagling.
Kurzhaar: Diverse razze dentro di lui
Un cane da ferma che fosse però il più possibile polivalente, questo volevano ottenere gli allevatori tedeschi nella seconda metà dell’Ottocento, periodo storico in cui tale obiettivo era particolarmente sentito e non solo in Germania. Per raggiungere tale risultato, era necessario che il cane riassumesse più qualità, di modo da coprire il maggior numero possibile di esigenze. Ecco spiegato perché nell’albero genealogico del Kurzhaar figurerebbero, secondo alcuni esperti, immissioni di sangue Bloodhound, Pointer e Foxhound, e in tempi più recenti anche di Dobermann, pur se per un brevissimo periodo. Ciò servirebbe inoltre a spiegare la notevole versatilità di questo cane, che oltre ai compiti venatori tradizionali è in grado di svolgere attività tra le più diverse, come abbiamo spiegato. Talmente diverse che alcuni soggetti, in Germania, vengono addestrati persino ai compiti di utilità e difesa, cosa impensabile per la stragrande maggioranza dei cani da ferma, il cui tratto caratteriale più marcato è la docilità.
Rhodesian: Africano ma anche europeo
La storia del Rhodesian Ridgeback (che significa “cresta sulla schiena”, tipica della razza) è legata all’Africa, agli Ottentotti e ai coloni europei. Cani con la caratteristica cresta di pelo sul dorso venivano impiegati già nel Seicento dagli Ottentotti, popolazione indigena, nella caccia e anche per la guardia e la custodia del bestiame. L’arrivo dei colonizzatori europei, proprio in quegli anni, diede il via a un periodo di incroci tra il cane da caccia in questione e razze importate dal Vecchio Continente. Circa un secolo più tardi, missionari ed esploratori cominciarono a inviare in patria resoconti in cui, oltre ai problemi coloniali e del territorio, descrivevano anche i primi antenati dell’odierno Rhodesian, già allora famoso come “il cane da leoni”.
Pregi e difetti
Malamute: Trottatore instancabile
A differenza del suo parente più famoso, il Siberian Husky, il Malamute non è un velocista ma un fondista: la sua andatura prediletta è un trotto regolare, potente e apparentemente instancabile. In altre parole, l’ideale per accompagnarci in lunghe camminate in quota, tra boschi e pareti rocciose, pascoli alpini e vallate, meglio ancora se ha nevicato perché, ovviamente, il freddo è il clima ideale per il nostro amico, figlio del Grande Nord. A livello sportivo, con il Malamute è possibile dedicarsi a diverse attività legate al mondo del traino, dallo Sleddog al Kart dog, dallo Skijoring al Dog Trekking, per esempio. Ma per farlo felice non è necessario che ci sia di mezzo uno sport codificato: il piacere di esplorare territori nuovi insieme al suo partner umano è ciò che apprezza più di ogni altra cosa, in genere. E ammirarlo mentre si muove tra le montagne, con l’aria di chi sia finalmente tornato a casa e possa ritrovare i profumi conservati nella sua memoria di razza, è uno spettacolo indimenticabile.
Beagle: Pacifico ma pieno di energia
Il Beagle è di indole dolce e in genere è anche molto pacifico e tollerante, giocherellone e vivace. Può essere un ottimo compagno di vita anche per i bambini di casa, perché se viene allevato correttamente ha una forte inibizione del morso che gli rende molto difficile entrare fisicamente in conflitto con noi. Il successo di questo piccolo segugio inglese, infatti, nasce soprattutto dal suo carattere stupendo che raramente crea problemi di convivenza, anche con altri cani (ricordiamo che è stato selezionato per lavorare in grandi gruppi di cani, le “mute”) o con i mici di casa. Unica necessità, ma irrinunciabile, è il movimento: ne ha bisogno sia per stare in forma sia per sfogarsi, perché di energia ne ha parecchia. Ecco perché può essere un fantastico compagno di avventura per chiunque ami le lunghe passeggiate e i trekking in mezzo alla natura.
Kurzhaar: Annoiarsi, proprio no!
La grande “dotazione” psico-fisica di questo bracco molto “tedesco” implica un prezzo: pur essendo in grado di integrarsi ottimamente in famiglia, un Kurzhaar non è adatto a una vita sedentaria, perché necessita di tanto movimento, quindi sono perfette le lunghe escursioni in montagna, e di notevoli carichi di lavoro, fisico e mentale. In assenza di questi presupposti, la sua vita diverrebbe noiosa e insostenibile. Anche l’educazione richiede impegno adeguato alle qualità del cane, che non manca certo di intraprendenza e desiderio di controllare le situazioni. Servirà un percorso di crescita accurato in termini di socializzazione, chiarezza nei segnali e coerenza nel comportamento. Fondamentale, poi, guadagnarsi la sua stima con giustizia, coerenza e rispetto del cane, che ha una notevole dignità: in tal caso, questo sarà un partner eccezionale!
Rhodesian: All’aria aperta insieme a lui
Nato per trottare instancabilmente seguendo la pista della selvaggina, galoppare verso
la preda e balzargli attorno fin quasi a sfinirla, il Rhodesian non è un cane “da appartamento” ma un atleta vigoroso e generoso che deve assolutamente poter esprimere la sua vitalità, meglio ancora se insieme a noi. Quindi, lunghe scorribande in aperta campagna, nei boschi e in tutti i luoghi aperti e sicuri, sono il prezzo da pagare per chi vuole un Rhodesian felice ed equilibrato. Ma in realtà si tratta di un costo irrisorio, perché la soddisfazione di vederlo muoversi nella natura, magari lungo un sentiero erboso in mezzo agli alberi, ripaga abbondantemente le sveglie anticipate e i chilometri in auto, per chi vive in città. I “campagnoli”, ovviamente, saranno avvantaggiati. E per farlo sfogare ancora meglio… piste e ricerche!
Curiosità
Malamute: Pelo e pelle da curare bene
Allevato a livelli eccellenti in Italia, il Malamute è generalmente sano e solido, con buone aspettative di vita (anche 14 anni). Esige però una seria cura del pelo, folto in maniera incredibile, con spazzolature quotidiane approfondite e ripetute più volte al giorno nel periodo della muta. E anche la scelta del cibo dovrà tenere conto dei nutrienti necessari al suo lussureggiante “abito”, oltre che della predisposizione della razza a un problema di pelle chiamato “dermatosi zinco-sensibile”, da prevenire con un’alimentazione adeguata e con l’esclusione dalla riproduzione dei soggetti portatori.
Beagle: “Ciccia” e altro
Tendenzialmente robusto di corporatura già di suo, il Beagle tende facilmente all’obesità, che gli accorcia parecchio la vita: serve un’alimentazione adeguata, scelta insieme al veterinario e, come spiegato, tanto movimento quotidiano. Tra le patologie che possono colpirlo rientrano l’epilessia, alcune forme allergiche, l’ipotiroidismo e un disturbo chiamata “occhio a ciliegia”, cioè il prolasso della ghiandola lacrimale accessoria.
Kurzhaar: Radici prussiane
Le più antiche origini del Bracco Tedesco a pelo corto (kurzhaar, appunto) vengono fatte risalire a incroci tra i pesanti Bracchi Spagnoli del XVII secolo e altri più leggeri, provenienti da Italia e Francia. La zona in cui iniziò a diffondersi questo nuovo cane da ferma è stata individuata nella regione della Prussia. Lì, infatti, la caccia era meno regolamentata, grazie alla disponibilità di vaste aree selvagge che invece mancavano in quasi tutto il restante territorio tedesco, dove pochissimi notabili avevano il privilegio di dedicarsi alla caccia e comunque su scala sempre limitata, anche per quanto concerneva il numero di cani posseduti.
Rhodesian: Un possibile punto debole
In genere il Rhodesian Ridgeback non necessita di cure particolari perché è di “sana e robusta costituzione”. Però può essere colpito da una malattia genetica chiamata “seno dermoide”. È un piccolo foro nella pelle che può apparire lungo la colonna vertebrale, ma mai dove c’è la cresta di pelo, e che offre un comodo varco per l’ingresso di batteri pericolosi. Fondamentale risolvere il problema prima possibile, con l’intervento del veterinario, per evitare rischi gravissimi.