Le sono state attribuite orge e innumerevoli amanti, ma oggi gli storici si chiedono se Messalina, sposa a 14 anni di un uomo anziano, balbuziente e zoppo, non sia stata piuttosto vittima della sua bellezza
Valeria Messalina (25-48 d.C.) è forse la donna più celebre dell’antichità e certamente la più scandalosa a causa dei suoi smodati appetiti sessuali. Non c’è limite alle nefandezze che avrebbe commesso e questa massiccia denigrazione, che accomuna tutte le principali fonti storiche – da Tacito a Svetonio passando per Plinio il vecchio – induce in alcuni studiosi l’idea che la sua immagine di ninfomane compulsiva debba essere sostanzialmente vera: altri invece ritengono che questa donna debba essere riabilitata perché il suo personaggio sembra più uno stereotipo maschilista che un ritratto credibile. Resta comunque difficile avvicinarsi a una possibile verità.
La più bella ragazza di Roma
Sappiamo che appena adolescente, vivo ancora l’imperatore Caligola (12-41 d.C.), era considerata la ragazza più bella di Roma. E sappiamo che sposò, non certo per amore, Claudio (10-54 d.C.), fratello di Germanico e zio di Caligola. Claudio aveva trent’anni più di lei ed era al suo terzo matrimonio: era zoppo, aveva un tremito continuo della testa, balbettava e soffriva di alitosi. Certo, era tutt’altro che stupido se era riuscito a sopravvivere alla paranoia omicida del nipote Caligola che vedeva complotti dovunque: sappiamo che era stato allievo di Tito Livio, aveva scritto una storia degli Etruschi e un vocabolario della loro lingua e una storia dei Cartaginesi. Tutto ciò, però, non poteva interessare molto a una ragazza giovanissima, desiderata da chiunque la vedesse o le si avvicinasse, tanto più che oltre a essere bella era di sangue blu, dal momento che la sua nonna paterna era figlia di Ottavia, sorella di Augusto. Inoltre la ragazza non poteva certo capire le esigenze della ragion di stato e la politica l’annoiava a morte. Sta di fatto che appena quattordicenne Messalina andò in sposa a Claudio e l’unica cosa che potesse divertirla fu forse giocare con l’infinito potere del marito che era succube dei suoi capricci, pur senza concederle tutto: Claudio, per esempio, le rifiutò il titolo di Augusta, che non gli sarebbe costato niente conferirle, per questioni di opportunità.
Che noia il sesso tradizionale
Dopo un po’, secondo Tacito, a Messalina sarebbe venuto a noia anche il sesso tradizionale: «Ormai disgustata da troppo facili adulteri, Messalina si abbandonava a libidini non ancora note». Secondo Giovenale, lasciava il talamo nuziale camuffata in modo da rendersi irriconoscibile e si recava in postriboli dove giaceva nuda con i capezzoli coperti di polvere d’oro, gli occhi bistrati e la bocca rossa di cinabro, accogliendo l’uno dopo l’altro gli avventori per poi, a notte fonda, tornare a casa “spossata dagli uomini ma non soddisfatta”. Plinio addirittura riferisce di una sua sfida con una prostituta di professione, durante la quale in ventiquattro ore avrebbe avuto venticinque rapporti.
Il vero amore
L’evento più importante della vita di Messalina ha invece le caratteristiche di un profondo innamoramento, che tuttavia presenta risvolti politici importanti e per questo arriverà a causare la sua fine. Messalina infatti si innamorò perdutamente di Gaio Silio, un giovane bellissimo e ambizioso che sembrava corrisponderla e si disse disposto a sposarla e ad adottare Britannico, il figlio che lei aveva avuto da Claudio. Messalina era titubante ma alla fine decise, durante un trasferimento di Claudio a Ostia, di celebrare un matrimonio con Silio nel palazzo imperiale e di dare una festa simile a un baccanale. Claudio, avvertito da una compagna di giochi erotici, prima si spaventò temendo un colpo di stato, poi si diresse a Roma preceduto da militari che misero in catene tutti quelli che avevano preso parte alla festa. Storici autorevoli come Tacito ipotizzano che in questo modo Silio si fosse messo nelle condizioni di affrontare ed eliminare Claudio e di succedergli in virtù del matrimonio con Messalina che era di sangue giulio essendo imparentata con Augusto, mentre lui era designato come prossimo console. Resta il fatto che questa ricostruzione degli eventi ha l’aspetto di un tentativo maldestro e dilettantesco, difficile da credere. Poi Messalina avrebbe tentato di calmare il marito mandandogli incontro i figli e cercando di raggiungerlo lei stessa, ma, saputo della sua ira, avrebbe cambiato idea, rifugiandosi nella villa e nei giardini di Lucullo. Dal canto suo, Claudio, forse rabbonito o deciso a condannarla nel tribunale domestico da lui ripristinato, l’avrebbe invitata a presentarsi per rispondere del suo comportamento. In realtà, il suo liberto Narcisso avrebbe comandato ai centurioni di ucciderla perché quello era l’ordine dell’imperatore. Così la donna fu raggiunta nei giardini di Lucullo e uccisa.
Una verità che sfugge
Oggi siamo propensi a credere che nonostante Messalina abbia certamente avuto le sue responsabilità, sembra essere stata più vittima della sua bellezza che una cinica manipolatrice del marito. La caricatura che ne hanno tramandato gli storici nasconde forse un volto del quale è ormai impossibile tracciare i veri contorni.